domenica 2 marzo 2014

Chiamarlo amore (non) si può


LETTERATURA & ARTI VISIVE per dire NO! alla violenza contro le donne.

Dal 3 al 9 marzo il PAN | Palazzo delle Arti Napoli ospiterà la mostra internazionale «Chiamarlo amore (non) si può»: fotografia, illustrazioni, dipinti e interior design per raccontare la realtà della donna oggi, in ogni angolo di mondo. E da tutto il mondo, infatti, arrivano le immagini esposte che sono state abbinate alle frasi tratte dal libro «Chiamarlo amore non si può», edito da Mammeonline.
Con il Patrocinio del Comune di Napoli e la direzione artistica di R-Tiziana Bruno, la mostra è un raro esempio di "Arti unite" per affrontare insieme un unico tema con l'obiettivo di proporre un percorso di riflessione a ragazzi e adulti. Molte le scolaresche che interverrano, dal Lazio e dalla Campania, per partecipare ad una serie di incontri formativi. Prezioso il contributo di Igersitalia, TheMinimals e Wearejuxt che hanno supportato il progetto.
Durante la settimana si alterneranno performance canore, musicali e di danza.
La cerimonia di chiusura, domenica 9 marzo, prevede anche una free photowalk, passeggiata fotografica, nelle vie di Napoli con partenza dai locali della mostra. Seguirà un brunch presso il noto locale napoletano «Ba-bar»
Guardare questa mostra farà bene agli occhi e all'anima. Ma soprattutto sarà entusiasmante!



Io ed alcuni membri del gruppo La puglia racconta partecipiamo a questa mostra.
L'illustrazione con cui ho contribuito...é un po'....anzi é tanto autobiografica, l'ho fatta qualche settimana prima di partorire.
Non voglio essere banale, ci sono tanti modi di essere donna, di amare e di rappesentare l'amore, so bene che è limitante considerare la donna soltanto una madre e una moglie o amante, perchè la donna è e può fare molto di più, ma in questo momento della mia vita, questo mi é sembrato il modo migliore per rappresentare la donna e l'amore, perché sono una mamma e questo mi sembra un miracolo straordinario e forse perché adesso che una mamma non l'ho più, non smetto mai di ringraziarla per la vita e per l'amore che mi ha dato, un amore che prima davo per scontato e che solo oggi riesco a comprendere.
Questo è un albero genealogico in cui ci sono tutti i componenti della mia famiglia d'origine, e della famiglia che ho creato con Paolo, partendo dai miei genitori e dai miei suoceri per arrivare a me, ai mie fratelli a Paolo, fino ai miei figli.

Amelia Chieco. Albero genealogico, penna, pastello e collage. 2014