sabato 28 luglio 2012

SuperMat

Super Mat é il mini-me del bimbo della mia amica Francesca. Un bimbo nato prematuro.
In una delle sue foto era in un'incubatrice, mentre faceva la fototerapia per l'ittero. Sembrava un piccolo supereroe mascherato.
E così che ho deciso di cucire questo pupazzo per lui. 
Visto che l'ormai duenne SuperMat vive a Parigi, il mio pupazzo è giunto a destinazione grazie alle Poste Italiane. Insieme a un quadretto che lo ritraeva in azione!


  

Quando SuperMat è giunto a destinazione ho ricevuto questa mail:  

Estratto da "Il Parigino" del 4 Maggio 2010

In data odierna un pacco dall'aria sospetta è stato recapitato alla dimora del noto super eroe supermaT.
Il plico conteneva un perfetto sosia dell'eroe, una sua foto in piena azione ed alcuni indumenti.
Roba da film di Amelie Poulan...
Dopo una prima analisi, SupermaT ha individuato il mittente, tali Amelia e Juri.
In tarda mattinata, molti passanti sostengono di aver visto SupermaT sorvolare in lungo ed in largo il cielo di Bari, alla ricerca dei suddetti Amelia e Juri.
Non avendoli trovati, il nostro eroe è tornato stremato a casa dove si è concesso un lungo pasto ed un buon riposino.
Ha così deciso di affidare al nostro giornale un messaggio per Amelia e Juri:
"GRAZIE AMICI, E' IL PIU' BEL REGALO CHE ABBIA MAI RICEVUTO, SONO COMMOSSO; VI VOGLIO BENE. A PRESTO!!!
SUPERMAT"


Con questo post partecipo al Linky Party by Topogina. 


Ps. Approfitto di questo post per fare gli auguri a SuperMat che da qualche giorno é diventato il fratello maggiore di Marié! Ora mi toccherà fare un'altra mini-me!

giovedì 26 luglio 2012

Il mio abito da sposa. Ovvero come sposarsi in scarpe da ginnastica

Ma che razza di titolo é? Ma non era un blog di illustrazione? Piuttosto sembra un minestrone!
Lo so avete ragione, ma questa storia del blog é troppo divertente, e alla fine, anche se non troppo assiduamente, ci ho preso gusto a condividere pensieri ed esperienze, e a ritrovarmi nelle storie di altri che come me hanno deciso di entrare in questo mondo parallelo che é quello dei blog.
Dunque, il mio abito da sposa...perché?

1) perché oggi é il mio quarto anniversario di matrimonio (anzi avantieri, visto che il post é pubblicato con due giorno di ritardo!).
2) perché partecipo al contest di madre creativa


3) perché modestia a parte, il mio abito da sposa, ma soprattutto le mie scarpe, erano davveroooo speciali e cosa non sottovalutabile, comodi!

Allora inizio a raccontare. Premetto che ho sempre avuto un look molto sportivo, e che da quando, da ragazzina ho visto il remake del "padre della sposa", ho sempre sostenuto che mi sarei sposata in scarpe da ginnastica... Tutti pensavano che non l'avrei mai fatto (sposarmi, e per giunta in scarpe da ginnastica) e invece...coerente come non mai, ho mantenuto la parola!!
Un paio di anni prima (o forse qualcosina in piú) del mio matrimonio, quando ancora non se ne parlava seriamente (ma l'idea era nell'aria visto che eravamo fidanzati, da più di dieci anni...e attualmente sono 18 anni che stiamo insieme!!) passeggiando per le strade della mia città mi sono imbattuta in queste scarpe!! Eccole, avevo trovato le scarpe da sposa dei miei sogni!!! Non vi dico quando sono tornata a casa con queste adidas in seta shantung, e ho annunciato di aver acquistato le scarpe da sposa! Mi hanno deriso tutti!!
Ahahaha (risata malefica)! Poveri illusi, non sapevano che le avrei indossate davvero!
Il secondo pass, era trovare un abito che si abbinasse alle mie bellissime scarpe!
Anche in questo caso, l'acquisto é stato fatto due anni prima del matrimonio, quando non c'era in programma ancora nessun matrimonio!!
L'ho avvistato per caso, in una vetrina, ho esclamato "é lui", e spinta dalla mia cognatina, sono entrata nel negozio, l'ho provato e l'ho acquistato, il primo e unico abito da sposa indossato in vita mia!
No, non sono miliardaria, e non sono nemmeno pazza ( sulla seconda affermazione ho qualche dubbio anch'io), in realtà, il suddetto vestito, era un abito da sera color avorio, un trapezio di stoffa, cinto da un nastro sotto il seno, semplicissimo e senza nessun fronzolo, e pertanto costava quanto un abito da sera. Però era l'abito che avevo sempre immaginato per le mie nozze.
Comunque il vestito l'ho comprato prematuramente, anche per tirarmi su, per sperare in qualcosa di bello per il futuro, visto che stavo attraversando il momento più difficile della mia vita.

Eccolo qui!


Ora vado un po' fuori tema e vi racconto qualcosina riguardo all'organizzazione del fatidico evento, in cui ho sfoggiato le mie doti artistiche.
Per l'invito ho creato cartoncino piegato ad origami, che si trasformava in una busta, chiuso con il sigillo di ceralacca con le nostre iniziali. All'interno oltre alla solita pappardella (che poi non era così solita: Annunciazione! Annunciazione! Lo sposalizio di Amelia e Paolo!), ovviamente non potevano mancare le mie illustrazioni!


Ho realizzato gli sposini per la torta con il cernit, due nostre miniature!


E con Paolo abbiamo creato la nosta bomboniera personalizzata, una tazza con un disegno fatto a due mani che rappresentava una sintesi di alcuni momenti della nostra storia!


Abbiamo festeggiato in una masseria molto rustica, e per il Bouquet volevo qualcosa di semplice e originale che si accordasse al mio abito e al contesto, per fortuna, la mia amica fioraia, Mariangela, che mi conosce bene, ha creato il bouquet fatto apposta per me, con roselline, peperoncini e circondato da foglie di verza e spago!



I centrotavola invece erano fatti con carote, fiori e rafia!



Sarò banale, ma nonostante io non sia propriamente una patita per i matrimoni, quel giorno é stato bellissimissimo, pieno di amore, e di divertimento!
Ah! le scarpe le ho usate in seguito, le uso ancora, sono un po' meno bianche, ma saranno sempre le mie scarpe da sposa!!

mercoledì 18 luglio 2012

Ipazia



...Entrai a Ipazia un mattino, un giardino di magnolie si specchiava su lagune azzurre, io andavo tra le siepi sicuro di scoprire belle e giovani dame fare il bagno: ma in fondo all’acqua i granchi mordevano gli occhi delle suicide con la pietra legata al collo e i capelli verdi d’alghe. Mi sentii defraudato e volli chiedere giustizia al sultano. Salii le scale di porfido del palazzo dalle cupole più alte, attraversai sei cortili di maiolica con zampilli. La sala nel mezzo era sbarrata da inferriate: i forzati con nere catene al piede issavano rocce di basalto da una cava che s’apre sottoterra. Non mi restava che interrogare i filosofi. Entrai nella grande biblioteca, mi persi tra scaffali che crollavano sotto le rilegature in pergamena, seguii l’ordine alfabetico d’alfabeti scomparsi, su e giù per corridoi, scalette e ponti. Nel più remoto gabinetto dei papiri, in una nuvola di fumo , mi apparvero gli occhi inebetiti d’un adolescente sdraiato su una stuoia, che non staccava le labbra da una pipa d’oppio. -Dov’è il sapiente?- Il fumatore indicò fuori dalla finestra. Era un giardino con giochi infantili: i birilli, l’altalena, la trottola. Il filosofo sedeva sul prato. Disse: - i segni formano una lingua, ma non quella che credi di conoscere -. Capii che dovevo liberarmi dalle immagini che fin qui m’avevano annunciato le cose che cercavo: solo allora sarei riuscito ad intendere il linguaggio di Ipazia. Ora basta che senta nitrire i cavalli e schiocchiate le fruste e già mi prende una trepidazione amorosa: a Ipazia devi entrare nelle scuderie e nei maneggi per vedere le belle donne che montano in sella con le cosce nude e i gambali sui polpacci, e appena s’avvicina un giovane straniero lo rovesciano su mucchi di fieno o di segatura e lo premono con i saldi capezzoli. E quando il mio animo non chiedo altro alimento e stimolo che la musica, so che va cercata nei cimiteri: i suonatori si nascondono nelle tombe; da una fossa all’altra si rispondo trilli di flauti, accordi d’arpe. Certo anche a Ipazia verrà il giorno in cui il solo mio desiderio sarà partire. So che non dovrò scender al porto, ma salire sul pinnacolo più alto della rocca ed aspettare che una nave passi lassù. Ma passerà mai? Non c’è linguaggio senza inganno. 

Tratto da "Le città invisibili". Italo Calvino

mercoledì 11 luglio 2012

Cara maestra

Le scuole elementari e medie le ho frequentate in un istituto privato, femminile, gestito da suore...forse é anche per questo che non metto più piede in una chiesa...
Effettivamente non ho proprio un bel ricordo di questa esperienza, forse perché ero una bambina molto timida e insicura, forse perché molte delle mie compagne di classe erano molto più figlie di papà di me, ed io non mi sono mai sentita accettata da loro, forse perchè non sono mai stata un'alunna modello e ho sempre preferito disegnare ed avere la testa tra le nuvole, invece di ascoltare le lezioni e fare i compiti...(e adesso rimprovero i miei alunni! ah ah ah! da che pulpito viene la predica!)
Però la mia maestra la ricordo bene. 
La mia maestra non era una suora, per fortuna. La mia maestra era giovane. La mia maestra era bella. La mia maestra era piena di entusiasmo. La mia maestra a carnevale si vestiva da fatina...ed era una fatina. 
La mia maestra é ancora giovane, l'ho rivista qualche tempo fa ad una rimpatriata...era strano, noi ex alunne ormai adulte, con i figli...e lei, uguale ad allora...bah...di solito accade il contrario, forse la mia maestra é davvero una fatina!!





Con questa illustrazione ho partecipato alla selezione di illustrati di settembre.
É incompiuta, ci sono un po' di cose che non mi piacciono, ma adesso sono in vacanza e non ci voglio pensare!!!